Optogenetica, ovvero come riacquistare la vista grazie alle alghe

occhio-cuoreLa lista inesauribile di vantaggi per la salute che ci possono regalare le alghe si allunga ancora, grazie all’ultima scoperta medica. I ricercatori della Retina Foundation of Southwest di Dallas in Texas hanno infatti scoperto il modo di portare all’interno dei nostri occhi le proprietà fotosensibili delle alghe marine.

L’obiettivo, molto più vicino alla realtà di quanto possa sembrare, è quello di restituire la vista alle persone affette da retinite pigmentosa, una malattia degenerativa che porta alla morte del tessuto dell’occhio e provoca cecità assoluta. Se ne occupa una branca recente della medicina, l’optogenetica, che mescola le terapie ottiche tradizionali all’uso della genetica per individuare e colpire esattamente le zone interessate nel modo migliore.

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Una alga marina: l’alga Wakame

Grazie a questi studi i ricercatori di Dallas, sostenuti nella sperimentazione dalla startup RetroSense Therapeutics, sono riusciti a isolare l’acido desossiribonucleico (il cosiddetto DNA) della proteina fotosensibile Channelrhodopsin, che è contenuta nelle alghe marine e che permette a queste ultime di orientarsi a favore di luce per poter crescere meglio; ottenuto questo codice genetico è stato possibile impiantarlo in virus portatori di DNA che, una volta iniettati nell’occhio, andranno a colpire le cellule danneggiate della retina con il nuovo DNA fotosensibile, rendendo le cellule stesse di nuovo in grado di reagire agli stimoli luminosi e ripristinando il funzionamento nervoso della retina.

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Le varie componenti dell’occhio umano

Ovviamente il cammino di questa tecnica non è privo di problematiche, come il fatto che la proteina di alghe è in grado di reagire solo alla componente blu della luce e per questo le persone così curate potranno vedere di nuovo ma solo in bianco e nero e la loro vista sarà migliore in ambienti esterni piuttosto che interni. Per fortuna però la ricerca prosegue e una azienda francese, la GenSight Biologics, sta già lavorando ad un particolare tipo di occhiale che registra l’immagine esterna, la converte in uno stimolo luminoso più adatto al tipo di visione delle persone curate con questa proteina e proietta questa immagine modificata all’interno dell’occhio.

Un primo passo dunque verso la possibilità di combattere un grande problema medico grazie alle alghe e noi non possiamo che sperare che la ricerca continui in questa direzione! E voi siete fiduciosi?

Fonti: italiasalute.it; scuolissima.com; vistabene.it

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